Il Covid19, una quotidianità diventata improvvisamente digitale e limitata alle quattro mura domestiche, ha traslato completamente la nostra attenzione e solidarietà sul digitale. Sui Social Network dove spesso si scrive di impulso, condividiamo con altri avatar la nostra sofferenza, puntando il dito generalmente verso chi è diverso o lontano dalla nostra filter bubble. Più i giorni passano, più aumentano le crepe di una crisi sociale, orientata più al dividere che all’unire, mettendo in discussione le politiche sociali e integrazioni culturali. La comunità umana, l’identità sociale e lo sviluppo della nostra civiltà, richiedono una riformulazione che ne equilibri le differenze e consenta per queste ultime di usare sapientemente lo strumento dell’inclusione. La re-community è una comunità Italia del futuro, ripensata, riascoltata, riformulata, non più vittima degli estremismi ideologici, bensì orientata a creare una versione sostenibile e moderna della nuova immagine di civiltà del XXI secolo.
La comunità, partendo dalla sua dimensione locale, può ridare una definizione spaziale di vicinanza alle realtà più diverse, e per questo ritenute lontane. Solo le comunità possono unire ed emozionare, in antitesi antitesi del dividere e odiare, per creare una solida rete di relazioni positive che è la base della crescita sociale. Più le relazioni sono ampie, eterogenee e multiculturali più la nostra società può prosperare con il contributo di tutti.
In questo tavolo approfondiremo i concetti di comunità e di community, ci confronteremo sulle responsabilità dei rappresentanti e su quali fattori bisogna incidere per costruire una nuova civiltà italiana del futuro.